Termini come “business intelligence”, “big data”, “machine learning” esercitano un grande fascino, ma nella quotidianità di un’azienda che sa far bene il proprio lavoro possono sembrare vaghi, poco concreti. C’è davvero bisogno di qualcosa in più rispetto alle conoscenze e agli strumenti software che ogni imprenditore, ogni responsabile di una linea di produzione, di un magazzino, di una strategia di vendita già hanno o sanno già utilizzare? Ma soprattutto, questi strumenti aggiuntivi sono davvero alla portata di tutti?
Associare l’analisi dei dati alle decisioni e agli scenari di business è una consolidata tradizione nelle grandi corporation che da decenni utilizzano sistemi ERP e il software analitico. Il primo fornisce i dati storici che il secondo cercano di interpretare. Da questo studio si possono trarre informazioni che aiutano a comprendere meglio il presente e a decidere sulle azioni immediate.
Oggi le imprese hanno bisogno anche di guardare in un futuro a breve-medio termine, per prepararsi ad affrontare i diversi scenari in cui potrebbe trovarsi. C’è bisogno insomma di una analisi più “predittiva”, capace di simulare questi scenari sulla base di modelli elaborati grazie alle formule statistiche e matematiche.
Come è facile intuire, le applicazioni in grado di svolgere questo tipo di lavoro richiedono competenze molto specifiche e una notevole potenza computazionale, due cose finora poco conciliabili con le risorse di una azienda di non grandi dimensioni. Fortunatamente, il mondo della business intelligence è cambiato radicalmente in questi ultimi anni, grazie al cloud computing e alla sua capacità di dare molta potenza di calcolo “a richiesta”, cioè senza la necessità di investire in infrastrutture hardware costose e ridondanti.
Ma soprattutto grazie allo sviluppo di algoritmi e interfacce utente innovativi, che contribuiscono a rendere molto più “democratica” e accessibile l’applicazione pratica dell’analisi del dato, con strumenti che non richiedono una squadra di ingegneri matematici per dare buoni risultati. Protagonista di questo cambiamento è Microsoft, con un’applicazione, Power BI, che mette a disposizione del settore delle PMI tutta la potenza del suo motore analitico e di visualizzazione grafica attraverso una interfaccia pensata per le persone che utilizzano normalmente, quotidianamente, il gestionale aziendale. In due parole, Power BI è la business intelligence tradotta in produttività personale.
Uno dei presupposti per mettere a frutto questo strumento nel contesto della PMI è proprio la consolidata presenza di soluzioni gestionali, di impianti a controllo numerico, di dispositivi di tracciamento da cui poter estrarre le informazioni. Dati che non servono soltanto a rispettare gli adempimenti amministrativi e fiscali. Ma possono diventare il carburante di analisi che ci aiutano a individuare il giusto prezzo dei prodotti o il margine di sconto da applicare alla merce consegnata al distributore; a fidelizzare i propri clienti; a ridurre il rischio di esposizione finanziaria.
L’altro presupposto è definire una “data strategy”, in altre parole capire quali dati trovare e dove, dar loro una struttura e applicare le analisi più opportune. Un compito che come abbiamo visto è diventato più accessibile. Ma non per questo può essere considerato banale.
A presidio della corretta strategia dei dati aziendali con Power BI, Microsoft schiera la rete dei suoi Golden Partner per la Business Intelligence. Partner come Latitudo, che conosce a fondo la piattaforma Power, dispone di un agguerrito team di “data scientist” e ha maturato un approfondita esperienza sui processi interni a diversi settori di industria. Latitudo in grado di mettere a punto progetti analitici personalizzati, avvalendosi anche di sofisticati strumenti di sviluppo, che accelerano il raggiungimento dell’obiettivo: raccogliere e analizzare i dati che servono a efficientare e rendere più produttivo e competitivo il vostro business.
La forza democratica del dato
Termini come “business intelligence”, “big data”, “machine learning” esercitano un grande fascino, ma nella quotidianità di un’azienda che sa far bene il proprio lavoro possono sembrare vaghi, poco concreti. C’è davvero bisogno di qualcosa in più rispetto alle conoscenze e agli strumenti software che ogni imprenditore, ogni responsabile di una linea di produzione, di un magazzino, di una strategia di vendita già hanno o sanno già utilizzare? Ma soprattutto, questi strumenti aggiuntivi sono davvero alla portata di tutti?
Associare l’analisi dei dati alle decisioni e agli scenari di business è una consolidata tradizione nelle grandi corporation che da decenni utilizzano sistemi ERP e il software analitico. Il primo fornisce i dati storici che il secondo cercano di interpretare. Da questo studio si possono trarre informazioni che aiutano a comprendere meglio il presente e a decidere sulle azioni immediate.
Oggi le imprese hanno bisogno anche di guardare in un futuro a breve-medio termine, per prepararsi ad affrontare i diversi scenari in cui potrebbe trovarsi. C’è bisogno insomma di una analisi più “predittiva”, capace di simulare questi scenari sulla base di modelli elaborati grazie alle formule statistiche e matematiche.
Come è facile intuire, le applicazioni in grado di svolgere questo tipo di lavoro richiedono competenze molto specifiche e una notevole potenza computazionale, due cose finora poco conciliabili con le risorse di una azienda di non grandi dimensioni. Fortunatamente, il mondo della business intelligence è cambiato radicalmente in questi ultimi anni, grazie al cloud computing e alla sua capacità di dare molta potenza di calcolo “a richiesta”, cioè senza la necessità di investire in infrastrutture hardware costose e ridondanti.
Ma soprattutto grazie allo sviluppo di algoritmi e interfacce utente innovativi, che contribuiscono a rendere molto più “democratica” e accessibile l’applicazione pratica dell’analisi del dato, con strumenti che non richiedono una squadra di ingegneri matematici per dare buoni risultati. Protagonista di questo cambiamento è Microsoft, con un’applicazione, Power BI, che mette a disposizione del settore delle PMI tutta la potenza del suo motore analitico e di visualizzazione grafica attraverso una interfaccia pensata per le persone che utilizzano normalmente, quotidianamente, il gestionale aziendale. In due parole, Power BI è la business intelligence tradotta in produttività personale.
Uno dei presupposti per mettere a frutto questo strumento nel contesto della PMI è proprio la consolidata presenza di soluzioni gestionali, di impianti a controllo numerico, di dispositivi di tracciamento da cui poter estrarre le informazioni. Dati che non servono soltanto a rispettare gli adempimenti amministrativi e fiscali. Ma possono diventare il carburante di analisi che ci aiutano a individuare il giusto prezzo dei prodotti o il margine di sconto da applicare alla merce consegnata al distributore; a fidelizzare i propri clienti; a ridurre il rischio di esposizione finanziaria.
L’altro presupposto è definire una “data strategy”, in altre parole capire quali dati trovare e dove, dar loro una struttura e applicare le analisi più opportune. Un compito che come abbiamo visto è diventato più accessibile. Ma non per questo può essere considerato banale.
A presidio della corretta strategia dei dati aziendali con Power BI, Microsoft schiera la rete dei suoi Golden Partner per la Business Intelligence. Partner come Latitudo, che conosce a fondo la piattaforma Power, dispone di un agguerrito team di “data scientist” e ha maturato un approfondita esperienza sui processi interni a diversi settori di industria. Latitudo in grado di mettere a punto progetti analitici personalizzati, avvalendosi anche di sofisticati strumenti di sviluppo, che accelerano il raggiungimento dell’obiettivo: raccogliere e analizzare i dati che servono a efficientare e rendere più produttivo e competitivo il vostro business.
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